Pubblicato su politicadomani Num 89 - Marzo 2009

Politica e responsabilità
La questione ambientale è la vera emergenza meridionale

Discorso del Sindaco di Marano, in occasione dell’incontro con il Senatore Enrico Morando, coordinatore PD di Napoli - 12 febbraio 2009, Sala Consiliare
Salvatore Perrotta

È con immenso piacere che questa sera prendo parte a questa manifestazione, non soltanto per senso di appartenenza politica, ma anche per un motivo molto più profondo e che è legato alla nostra particolare condizione.
Marano è, come è noto, un paesone sorto nella cintura metropolitana, cresciuto a dismisura nei decenni scorsi, non senza responsabilità della classe dirigente per il caos urbanistico col quale oggi siamo costretti a confrontarci come amministratori locali.
E come tutte le realtà di periferia-non-periferia, la nostra città è quotidianamente alle prese con problemi di vivibilità, comuni a tante altre città del Sud, del nostro dimenticato Sud.
Disoccupazione dilagante, criminalità organizzata diffusa, carenze strutturali e di servizi, ristrettezze economiche e finanziarie, ancor più sentite in una fase di recessione globale come quella che stiamo vivendo.
Nell’occhio del ciclone
Ma, ahinoi, la città di Marano è da circa un anno balzata agli onori della cronaca anche per un altro, grave problema: la scellerata scelta di realizzare una discarica di tal quale in una cava a fossa, operata prima dal governo Prodi e poi confermata dal governo Berlusconi, ha all’improvviso fatto emergere, su tutte, la priorità della tutela del territorio e dell’ambiente.
Personalmente, mi sono lanciato senza esitazioni nella mobilitazione popolare finalizzata a contrastare lo stupro della natura e lo scempio del territorio. L’ho fatto perché ho consapevolezza che si tratta di una scelta sbagliata da parte del governo centrale: Chiaiano non era la soluzione all’emergenza rifiuti in Campania e i fatti lo hanno dimostrato senza tema di smentita.
Nella fase acuta della crisi sembrava quasi che non aspettassero altro che aprire lo sversatoio per poter scaricare i rifiuti e liberare le strade di Napoli dalle montagne di spazzatura. Una attenta “regia” mediatica aveva fatto sì che i cittadini di Napoli (ma anche del resto d’Italia, anzi del mondo) erano convinti che le montagne di immondizia a Napoli dipendessero dalla nostra opposizione alla discarica.
Ci hanno definiti in tutti i modi: il popolo del no, i nimby, quelli che non vogliono il problema nel proprio giardino, ci hanno definiti egoisti, fondamentalisti, ambientalisti da strapazzo e persino camorristi.
Ci hanno lasciati soli. Assolutamente soli. Soli a combattere contro un gigante, contro quel governo che nel frattempo era subentrato. Contro quel governo che dispone di mezzi illimitati per far prevalere le proprie ragioni persino quando non sono affatto delle ragioni.
Come nel nostro caso.
A tutti noi, qui, che viviamo sul territorio, era chiaro che vi erano problemi seri di natura geologica. A noi era chiaro che vi erano problemi di natura idrogeologica. A noi era chiaro che vi erano problemi di natura urbanistica. E problemi di natura sanitaria. E problemi di preesistente inquinamento. E necessità di bonifica e tutto il resto. Abbiamo provato a dirlo, prima sommessamente, poi con crescente rabbia, fino a rischiare di trovarci coinvolti in tafferugli ed arresti. Con rabbia. Rabbia crescente, perché ci sentivamo sempre più soli.
Ebbene, io ho il dovere di dirlo qui, questa sera: siamo stati soli anche per responsabilità precise del nostro partito. E mi permetto di dirlo, con onestà intellettuale, ad Enrico Morando che, con altrettanta onestà intellettuale, è venuto qui questa sera a confrontarsi con noi, sul territorio, consapevole che avrebbe trovato anche il nostro malessere.
La questione ambientale
La questione ambientale, caro Enrico, non è un capriccio di Salvatore Perrotta.
La questione ambientale, da queste parti, è un tema serio, sentito sulla pelle dalle popolazioni. La questione ambientale non è un film astratto o fantasioso come qualcuno ha cercato di bollare Gomorra.
La questione ambientale, caro Enrico, è la vera emergenza meridionale: qui intorno, nel raggio di cinque-dieci chilometri, vi sono Pianura, Cava Riconta, Taverna del Re ed ora Chiaiano. Questa terra, che era la vera Campania Felix, è sempre più considerata la pattumiera d’Italia: per decenni lo hanno fatto in maniera illegale, facendo affari con la camorra, anziché combatterla; oggi, con l’alone della legalità e della legittimità, ma con gli stessi risultati: cioè, avvelenando le nostre terre.
E se quindi io, come primo cittadino, ho avvertito il dovere di ribellarmi al progetto criminale dello Stato, per tutelare i miei figli, i loro figli, i figli di questa terra, ebbene, se io mi sono opposto in tutte le sedi, beh, mi sarei aspettato che su un tema così complesso e delicato, così sentito dai cittadini, dalla gente comune, mi sarei aspettato che il Partito Democratico, il MIO partito, avesse fatto qualcosa di più. Anzi, che avesse fatto almeno qualcosa.
Già, caro commissario, perché sulla questione ambientale legata alla nefasta vicenda di Chiaiano, il nostro partito non ha detto nulla di nulla. Silenzio assoluto, salvo frasi di circostanza in qualche talk-show, senza sentire mai il bisogno di verificare il perché di quanto stava accadendo.
Qualcuno, anzi in molti, ci hanno ripetutamente rinfacciato di non fare la raccolta differenziata: ebbene, che lo si sappia, che si sappia che questa amministrazione è la prima che in questa città ha abbracciato la scelta della raccolta differenziata, ma che pure si è trovata a doversi districare in un groviglio di provvedimenti normativi (alcuni pretestuosi e artificiosi) che questo governo sta sviluppando in continuazione.
Pochi sanno, per esempio, che Marano è l’unico comune menzionato in un decreto-legge, menzionato per precisare che la raccolta differenziata la deve fare con il Consorzio di Bacino. Abbiamo persino rischiato di finire nel mirino della corte dei conti per aver allestito due mini-isole ecologiche per dare almeno una risposta ai cittadini che volontariamente effettuavano la separazione delle varie frazioni di rifiuti.
Insomma, se ne sono dette e lette di tutti i colori sul nostro conto.
Ecco perché, quindi, apprezzo particolarmente la tua scelta di venire qui a Marano, caro Morando. Perché finalmente abbiamo l’occasione di spiegare ai vertici nazionali del nostro partito come stanno effettivamente le cose.
Eppure, ritengo che saremmo ancora in tempo per porre rimedio.
Le alternative
Realizzare a Chiaiano un centro per il Trattamento Meccanico Biologico che, di pari passo con il sito di compostaggio per il quale ci siamo già proposti, rappresenterebbe segno tangibile della volontà di fare la propria parte fino in fondo.
In tal senso, sarebbe auspicabile anche un intervento autorevole del Partito Democratico a tutti i livelli istituzionali: è evidente a tutti che i ritardi sono legati alla errata scelta del luogo, ma è altrettanto evidente che se si insisterà nella decisione assunta, aumenteranno ulteriormente i costi sostenuti dalla collettività e nessuno comprenderebbe l’ostinazione nel portare avanti un progetto oggettivamente inadeguato e del quale ancora oggi si ignora l’impatto reale sulla viabilità.
Riconoscere i limiti e l’inadeguatezza della scelta effettuata e individuare una soluzione diversa sarebbe un atto di responsabilità ed una dimostrazione di forza, non di debolezza, da parte del governo centrale. E troverebbe, da parte nostra, come sempre, la massima disponibilità a fare la nostra parte, assumendoci l’onere persino di eventuali scelte impopolari. Nella certezza che, questa volta, davvero, si vuole risolvere una volta e per tutte l’emergenza rifiuti in Campania.
Sono temi delicati, ma di notevole importanza, che poi si innestano in un contesto difficile, come saprai.
Noi ad esempio, che amministriamo questa città da appena due anni e mezzo, siamo alle prese con mille difficoltà. Abbiamo ereditato una situazione debitoria che è davvero preoccupante: una serie di debiti accumulati per deliberata volontà del mio predecessore, che sapeva di non poter più amministrare questa città e che ha voluto così creare le premesse per fabbricare artatamente le difficoltà al suo successore: contratti non rispettati, debiti non onorati, incombenze lasciate nei cassetti, crediti non riscossi.
Un “regalino” di svariati milioni di euro che finiscono per mettere in serio pericolo la stabilità finanziaria dell’Ente Comune, già alle prese con i continui tagli del governo centrale e, di conseguenza, che rischia di ripercuotersi gravemente sulle tasche dei maranesi, già pesantemente colpiti dalla crisi economica che stiamo vivendo a livello planetario.
Il lavoro fatto
Eppure in poco più di due anni e mezzo (e nonostante la grave litigiosità di alcune componenti della coalizione, per fortuna da qualche tempo fuoriuscite dalla maggioranza) è stato fatto molto. Vorrei cominciare da un atto che è stato assai significativo quando lo abbiamo adottato e che, a maggior ragione oggi, in piena crisi economica e finanziaria globale, assume ancor più valore in termini assoluti. Mi riferisco alla stabilizzazione di 34 lavoratori precari che da anni vivevano nell’incertezza e senza alcuna prospettiva per il futuro: ebbene noi abbiamo dato loro la possibilità di programmare.
Abbiamo poi affrontato sin da subito il tema della legalità e della sicurezza e, in questo contesto, abbiamo proceduto con significativi adeguamenti funzionali al Palazzo di giustizia e all’edificio dei Giudici di pace.
C’è poi il capitolo Pip: dopo anni e anni di proclami, questa amministrazione ha dato concretezza ad un progetto che può incidere notevolmente sul tessuto economico della nostra città. Ed approfitteremo di questo insediamento per dotare Marano di nuovi servizi essenziali, a cominciare dalle scuole.
C’è, ancora, un’altra scelta importante adottata da questa amministrazione e che è stata particolarmente gradita dalla cittadinanza: mi riferisco all’isola pedonale, attuata a più riprese nel centro storico e che ha permesso a migliaia di cittadini di riappropriarsi di spazi di aggregazione e socializzazione o anche al semplice shopping.
E ancora: grazie a questa amministrazione si è finalmente risolta l’annosa questione dell’ampliamento del cimitero. Una primissima tranche di 48 loculi per risolvere un’emergenza, ma soprattutto la realizzazione del primo lotto e, a breve, anche del secondo lotto, che permetteranno di disporre di circa  1600 loculi.
Nel settore della scuola abbiamo realizzato nuove aule nel plesso Borsellino e nonostante le ristrettezze finanziarie stiamo cercando di dare il massimo ausilio alle istituzioni scolastiche per fronteggiare la grave carenza strutturale che richiederebbe ben altra attenzione dagli organi di governo centrale. Noi, nel nostro piccolo, stiamo cercando di fare la nostra parte.
Abbiamo poi dato un importante stimolo alle associazioni di volontariato presenti sul nostro territorio, coinvolgendole fattivamente con l’istituzione del Forum delle Associazioni. Abbiamo affidato loro una sede in piazza della Pace nella palazzina acquisita dal Comune, ex Mutilati e invalidi.
I lavori avviati
Stiamo procedendo alla realizzazione della sede per la Compagnia dei Carabinieri, cercando di dare una risposta concreta alle esigenze di maggior controllo del territorio.
Abbiamo sbloccato i lavori nell’ambito Cantarella, prevedendo peraltro il reinserimento di quell’autentico monumento allo spreco del denaro pubblico che si era rivelato il famigerato ponte di via Falcone.
Abbiamo avviato i lavori per la realizzazione della via Marano-Villaricca, importante bretella di collegamento che consentirà di alleggerire i flussi viari nell’area a nord di Napoli.
Abbiamo ottenuto finanziamenti, grazie all’attenta capacità amministrativa, per il recupero funzionale di Palazzo Battagliese
Altro palazzo storico, abbiamo completato i lavori di recupero funzionale di Palazzo Merolla che ci accingiamo a trasformare in Palazzo della Cultura e dei Diritti: diventerà un punto di riferimento essenziale per tutte le iniziative del territorio.
Abbiamo recuperato dal punto di vista urbanistico Piazza Plebiscito.
Abbiamo creato un accesso nuovo alla Socrate, per risolvere problemi di sicurezza degli alunni.
C’è un altro tema importantissimo per questa amministrazione e che ci ha caratterizzato in maniera significativa agli occhi dell’opinione pubblica regionale: la realizzazione dell’area di verde attrezzato e della strada di collegamento in via San Rocco nell’area confiscata.
Il capitolo delle confische è estremamente delicato, come è noto, e mentre in passato si è spesso fatto come lo struzzo, mettendo la testa sotto la sabbia per fingere di non vedere, noi ci siamo assunti tutte le nostre responsabilità ed abbiamo ottemperato senza esitazioni a tutte le iniziative messe in campo da organi dello Stato.
Sempre nella zona del Palazzo comunale abbiamo effettuato un radicale riordino dell’ambito Nuvoletta, con la realizzazione del collegamento da Via Sconditi ed area di parcheggio e di nuovi uffici al pian terreno del Palazzo Municipale nei quali stiamo allestendo due sale multimediali destinate ad ospitare eventi culturali.
Abbiamo deliberato la variante al Campo sportivo con l’ampliamento dell’area adiacente al Carlo Levi per la realizzazione della tribuna degli ospiti e otto corsie.
Abbiamo effettuato l’abbattimento a piazza Trieste e Trento del manufatto per poi procedere ad un nuovo progetto di riqualificazione dell’intera area.
Avviato infine il piano di delocalizzazione del Mercato Pannino e parcheggi in via Vallesana.
I servizi al cittadino
Abbiamo realizzato il Centro per l’Impiego, a due passi dal Palazzo comunale, puntando poi, con una tempestiva variante, non solo a ospitare il collocamento, ma anche ad accogliere uffici comunali: l’ufficio tecnico è già stato trasferito, alcuni altri uffici sono passati lì di recente e, gradualmente, tutto il comparto dell’anagrafe sarà insediato nella nuova palazzina.
È questa una scelta che produce riscontri concreti anche sulle casse comunali: il risparmio è di diverse decine di migliaia di euro all’anno e, al termine del processo di trasferimento, supereremo i centomila euro annui di recupero finanziario.
Abbiamo avviato la realizzazione della seconda sede del Trovamici in via San Rocco nei locali acquisiti al patrimonio comunale.
Abbiamo inoltre adottato una scelta assai significativa per Marano: la presa in gestione del Teatro Lily, con l’allestimento di un cartellone di spettacoli di teatro, proiezione di film di prima visione e programma di teatri di legalità, con fondi regionali e Marano comune capofila di altri 8 enti.
Un fermento di iniziative che sta rilanciando la nostra città dal punto di vista culturale ben oltre i propri confini.
Abbiamo aderito al progetto di gestione comunale del Catasto, con Marano capofila di un progetto che accorpa altri due Comuni.
La città di Marano è diventata capofila della rete degli InformaGiovani dell’area a Nord di Napoli. E proprio nell’Informagiovani (ma anche nel Trovamici) per la prima volta nella storia cittadina abbiamo messo in piedi progetti del Servizio Civile, con 14 giovani che per un anno saranno impegnati come volontari retribuiti nelle due iniziative.
Abbiamo attivato uno studio pediatrico pubblico a Torre Caracciolo.
La città di Marano è stata inserita per la prima volta nel Maggio dei Monumenti.
Abbiamo attivato lo Sportello a tutela dei Consumatori e lo Sportello Donna, lo Sportello per la sensibilizzazione alla Donazione di organi ed attivato il progetto di recupero delle Tossicodipendenze.
Insomma, caro Morando, in definitiva questo mio intervento non appaia di contrapposizione, bensì di volontà di sentirsi e sentire l’appartenenza ad un progetto, il progetto del Partito Democratico.

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